Le dimissioni da parte della ministra Daniela Santanché, che nel corso del suo intervento al Senato si è arrampicata sugli specchi, non sono un atto dovuto verso il Movimento 5 Stelle ma verso 60 milioni di italiani. A partire dai lavoratori sfruttati, sottopagati o non retribuiti presenti oggi in tribuna al Senato per assistere al suo canto del cigno, intriso di chiacchiere e menzogne. Non è pensabile che un membro del Governo possa mantenere il proprio posto dopo uno scandalo del genere: in un altro Paese sarebbe stata subito cacciata con disonore ed estromessa da ogni incarico politico.
Non è accettabile questo attaccamento alla poltrona: sul Ministro pendono accuse gravissime che minano la dignità dell’Italia innanzi ai palcoscenici internazionali. La Santanchè deve prenderne atto e rassegnare le proprie dimissioni se ha ancora un briciolo di rispetto per se stessa e per l’istituzione che rappresenta. Ancora una volta, in qualità di capogruppo M5S della Commissione Sanità e Lavoro, esprimo vicinanza a tutti quei lavoratori che sarebbero stati vittime della Santanché imprenditrice. Il Ministero del Turismo merita rispetto e non può essere lasciato nelle mani di persone che hanno dimostrato incompetenza nel proprio lavoro, motivo per cui la nostra forza politica ha depositato una mozione di sfiducia contro il Ministro.