La parola “emergenza” richiama un concetto legato a una circostanza imprevista recante un’accezione temporalmente circoscritta. Ma, se a ogni pioggia il Commissario competente evacua centinaia di abitanti, si può parlare di emergenza? A me sembra che l’abuso di questo termine sia un po’ un paravento dietro cui nascondere le parole “programmare”, “pianificare” e “prevenire”. Come sarebbe bello se in questo Paese potessimo abusare di più della parola “prevenzione” invece che della parola “emergenza”. Prevenzione vuol dire fare interventi strutturali e l’isola di Ischia – come abbiamo sentito – ha bisogno di interventi strutturali.
Eppure, quest’isola è stata sconvolta da numerosi eventi, da terremoti e frane anche in anni passati, che hanno ucciso – l’avete ricordato in quest’Aula – nel 1883 2.300 persone, fra cui la famiglia di Benedetto Croce. Eppure, il sommo letterato non descrisse l’isola come un paradiso abitato da diavoli. Croce non si sarebbe mai sognato di attribuire agli stessi isolani la tragedia di un’isola che tanto fu cara a Montale e Morante. Ma qui c’è il pregiudizio verso il Sud tipico di una parte della politica e di tanti partiti che hanno il loro leader al Nord e di alcune testate giornalistiche che hanno editorialisti poco onesti intellettualmente. Certa stampa nazionale, riesumando le teorie lombrosiane, ha ricondotto la catastrofe del 22 novembre alla mano umana, mentre le alluvioni che accadono in altri paesi di altre parti d’Italia continuano a dipendere esclusivamente dai cambiamenti climatici. È la solita discriminazione di una parte di questo Paese, il solito cliché, e così al fango si è aggiunto altro fango. E in quel fango ha sguazzato anche il senatore Renzi, giusto per l’ossessione che ha per il MoVimento 5 Stelle e per Giuseppe Conte.
Ma dobbiamo concentrarci tutti, in quest’Aula, sul fango dei politici o sulle centinaia di nostri concittadini che stanno dormendo in case di amici, familiari, arrangiandosi in alberghi?
Io non ho dubbi rispetto a chi dobbiamo concentrarci e a chi dobbiamo prestare attenzione. Quegli uomini e quelle donne meritano una risposta alle domande: domani dove dormirò? Domani dove costruirò la mia casa? Dov’è la risposta in questo decreto?
Relativamente, poi, ai fondi messi a disposizione, di cui abbiamo sentito, io non posso stabilire se siano adeguati. Ma certamente mi posso rimettere alle parole dei sindaci dell’isola, come il sindaco di Forio, Francesco Del Deo, che ha testualmente riferito che gli stanziamenti messi a disposizione potrebbero, al massimo, servire per ripulire il fango. E chi più di un primo cittadino ha il polso della situazione?
Inoltre, mi chiedo perché in simili altre parti del Paese i familiari delle vittime hanno avuto accesso a un fondo speciale, contrariamente a quanto avvenuto per l’isola di Ischia. Penso alla catastrofe di Rigopiano, dove è stato corrisposto un importo di 200.000 euro a ciascun familiare delle vittime. Gli ischitani, quindi, per questo Governo sono considerati cittadini di serie B?
Il commissario Legnini, il cui operato è apprezzato dalla comunità isolana, necessita di norme chiare, precise ed esaustive, così come ha bisogno degli stessi uomini e stanziamenti messi a disposizione per eventi analoghi.
Onorevoli colleghi, un Governo serio si sarebbe prodigato per assicurare una pulizia degli alberi e dei pendii, un ripristino immediato delle opere idrauliche e dei sentieri, seri interventi di monitoraggio, uno studio volto ad analizzare tutte le opere e la staticità degli immobili. Invece, niente in questo decreto. Solo richieste, queste ultime, avanzate anche da una attivista del MoVimento 5 Stelle di Casamicciola, l’architetto Caterina Iacono; richieste ancora una volta inascoltate.
Finito di piangere le vittime, il problema viene rimosso, fino alla prossima tragedia. Perciò, non da senatore della Repubblica, ma da figlio di questa terra, chiedo ed esigo dal Governo che venga predisposto in tempi certi un piano per la difesa del suolo, uno studio sul dissesto idrogeologico dell’isola capace di mettere in rilievo tutte le aree soggette a frane, a rischio sismico alluvionale e a rischio di rottura della superficie.
Poi, c’è un altro capitolo che dobbiamo aprire, che è quello del personale amministrativo dell’isola, che andrebbe incrementato. È impensabile, infatti, che in queste amministrazioni i funzionari preposti al rilascio della carta d’identità poi si debbano occupare delle pratiche della ricostruzione. Così si blocca tutto.
Inoltre, come già proposto dal MoVimento 5 Stelle, con un emendamento bocciato dalla maggioranza – quelli che vi sto mostrando sono tutti i nostri emendamenti che sono stati bocciati – tutta l’isola necessita di assunzioni a tempo indeterminato per il personale impegnato nelle attività di ricostruzione. Evidenzio la parola isola. Come già richiesto dai sindaci, questo decreto avrebbe dovuto interessare l’intera isola, ma non si è fatto.
Onorevoli colleghi della maggioranza, mi chiedo e vi chiedo: ma voi le audizioni dei soggetti direttamente interessati le avete ascoltate? Confrontando questo decreto con le richieste avanzate dai sindaci del territorio di Ischia – del territorio e non dei Comuni di Ischia – io resto basito innanzi all’insensibilità di chi si è curato solo di accendere i microfoni dei primi cittadini ischitani in Commissione, quasi che fosse un atto dovuto, non curandosi di dar seguito alle loro più legittime richieste.
Personalmente, ritengo una mancanza di rispetto invitare i sindaci nelle Commissioni parlamentari e limitarsi a offrire loro il caffè, facendo finta di prendere appunti, salvo poi disattendere la stragrande maggioranza delle loro richieste. Per questo io, che quelle audizioni le ho seguite da remoto, non facendo parte delle Commissioni competenti, non posso che fare mie le parole pronunciate da Giacomo Pascale: Ischia, fra non molto, dovrà attrezzarsi per la nuova stagione turistica e si dovranno abbracciare decine di migliaia di turisti in totale sicurezza. L’auspicio è che questa emergenza non finisca mai, a questo punto, nel senso che occorre mettere in sicurezza, una volta e per tutte, il territorio, non lasciando finire nel dimenticatoio la nostra isola d’Ischia – e ripeto la nostra isola d’Ischia – non appena termina il clamore mediatico.
Così funziona in Italia, un Paese dove spesso il potere mediatico detiene le redini del potere politico. Non si abbassi, dunque, la guardia. Sostituiamo finalmente alla parola «emergenza» la parola «prevenzione».
Noi non ci opporremo al decreto-legge in esame, ma quello che avete fatto è solo il minimo sindacale.
Avviandomi alla conclusone, il futuro dell’isola, e molto probabilmente di tutte le nostre isole, dipende anche da voi, dipende da noi tutti e dai prossimi provvedimenti. Il MoVimento 5 Stelle c’è, con il suo impegno. Stiamo però aspettando i voti della maggioranza – lo ripeto – sulle nostre proposte emendative che non sono state ascoltate e rispetto alla voce inascoltata dei sindaci.
Termino il mio intervento con una frase di Victor Hugo: forse, grazie all’interessamento di tutti, questa volta finirà anche la notte più buia e sorgerà il sole.