Nel rispetto dei familiari delle vittime e della verità storica, le ultime dichiarazioni dell’ex premier Giuliano Amato, relative alla strage di Ustica, non possono rimanere perimetrate all’interno di articoli di giornale ma devono entrare di diritto nelle aule parlamentari: il Governo ha il dovere di riferire in Aula ciò che sta dichiarando solo agli organi di stampa.
Per questo motivo, con l’intenzione di dare dignità politica al dibattito e non mettere la polvere sotto il tappeto, sto preparando un’interrogazione parlamentare attraverso cui intendo chiedere ai ministri competenti se intendono approfondire le ultime dichiarazioni di Giuliano Amato, se condividono l’opportunità che il dibattito si sposti anche in sedi internazionali, se si sentono di escludere in maniera categoria la responsabilità di uno Stato straniero nell’incidente di Ustica e se, analogamente, lo Stato italiano esclude l’ipotesi di un presunto attentato ai danni di Gheddafi.
Allo stesso modo, è opportuno chiedere ad Amato il motivo per cui i fondi che stanziò da Ministro del Tesoro per recuperare il relitto che giaceva in fondo al mar Tirreno, finanziarono proprio una società statale francese, la Ifremer, che il giudice Rosario Priore avrebbe ritenuto vicina proprio ai servizi segreti d’oltralpe. È vero, sono passati tanti anni, ma la verità non deve mai andare in prescrizione.