Un istituto di detenzione dovrebbe offrire opportunità di recupero e inserimento lavorativo, obiettivo raggiunto appieno dalla Casa di Reclusione di Aversa “Filippo Saporito”. In occasione della visita istituzionale che ho effettuato, ho avuto modo di percepire un’elevata professionalità e senso di umanità – cosa non scontata – dagli uomini e le donne che guidano l’istituto campano.
Le criticità ci sono e non le hanno nascoste. Tutt’altro! Con grande trasparenza e soprattutto spirito di collaborazione, hanno chiesto una mano per risolvere alcune problematiche che mi hanno attenzionato, mostrando uno spiccata attenzione per quanti vivono in regime di detenzione. Con questo spirito stanno portando avanti diverse iniziative: ad esempio, grazie al progetto “Tutto Saporito”, i detenuti vengono coinvolti nella produzione agricola, dopodiché i frutti dei terreni afferenti alla Casa di Reclusione sono venduti a un prezzo simbolico presso un banchetto situato in un cortile esterno all’istituto.
La direttrice, dottoressa Stella Scialpi, sta lavorando alacremente per dare un futuro diverso a chi intende invertire il trend del proprio passato, lungo il solco della legalità e dell’onestà. In fondo, come era solito ripetere Dostoevskij “il grado di civilizzazione di una società si deve misurare dalle sue prigioni”.