Essere chiamato dalla Presidenza del Senato a far parte della “Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro” non rappresenta un onere suppletivo o un carico di impegni in più. È, piuttosto, un onore che mi consentirà di porre una lente d’ingrandimento sulle condizioni precarie in cui versano milioni di lavoratori.
Citare le statistiche serverebbe a poco, perché tutti noi ben conosciamo la situazione di totale incertezza vissuta dai giovani e meno giovani sui luoghi di lavoro. Incertezza contrattuale e salariale, anzitutto. Inoltre, questo Governo ha fatto passare il messaggio che essere poveri sia una colpa, il che legittima, in molti casi, i datori di lavoro a sentirsi in diritto di gestire la vita privata e lavorativa dei propri sottoposti.
Senza considerare la totale indifferenza che spesso si registra relativamente alle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro. Pertanto è, e sarà, mia intenzione lavorare sotto il profilo legislativo per invertire questo trend, ma anche per ascoltare le vostre istanze e accogliere le vostre denunce. Consideratemi già da ora al vostro servizio.