222 milioni di euro: questo è l’importo confiscato ai fratelli Pellini, condannati per disastro ambientale. Secondo gli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, i Pellini avrebbero concorso a scaricare milioni di tonnellate di veleni nelle campagne e nei canali della provincia di Napoli, traendo profitto da un vero e proprio attentato alla salute umana.
Ora, però, il rischio è un altro. E cioè che i fratelli rientrino nel possesso dell’intero patrimonio confiscato. Infatti, nonostante i giudici dell’VIII sezione della Corte di Appello di Napoli, avessero riunito la camera di consiglio da diversi mesi, non hanno ancora emanato la sentenza che, tuttavia, va celebrata entro 18 mesi, altrimenti il tesoro potrebbe essere restituito ai fratelli per decorrenza dei termini.
Pertanto, sposando a pieno la battaglia dei numerosi ambientalisti che chiedono alla giustizia risposte concrete in tempi rapidi (a partire dagli attivisti Alessandro Cannavacciuolo e Antonio Montesarchio), porterò il caso in Parlamento interrogando il Ministro della giustizia circa l’opportunità di inviare ispettori ministeriali presso la Corte di Appello di Napoli, con l’obiettivo di verificare il corretto svolgimento degli adempimenti richiesti ai fini della proclamazione della sentenza. La nostra terra merita rispetto.