Ha vinto tre titoli italiani di pugilato, l’ultimo due settimane fa a Montesilvano (Pescara). Ma non può indossare la maglia azzurra agli Europei di categoria perché non è italiana. È la storia di Khadjia Jaafari, 16 anni, originaria del Marocco ma in Italia, e più precisamente a Torre Annunziata, da quando di anni ne aveva appena due. E che ora finisce in Parlamento. Nella città oplontina frequenta la scuola – è iscritta al liceo artistico Giorgio De Chirico – e dall’età di nove anni la Boxe Vesuviana, la palestra del maestro Lucio Zurlo, una fucina di talenti del ring, che ha tirato su tra le altre anche Irma Testa, la Butterfly del pugilato internazionale. E come il suo idolo Irma Testa, anche Khadjia Jaafari (che per tutti a Torre Annunziata è semplicemente Katalina) è stata protagonista di una pellicola quasi autobiografica, Californie, firmata da Antonio Capuano, che racconta la storia di una giovane alla quale viene negata la cittadinanza italiana ed è costretta ad abbandonare i sogni di gloria, anche quelli legati ai guantoni. La vicenda di Khadjia Jaafari è ora al centro di un’interrogazione parlamentare a risposta scritta presentata ai ministri dell’Interno, degli Affari esteri, della Cooperazione Internazionale e dello Sport e giovani. Auspico che possa essere concessa alla giovane la cittadinanza italiana, premiandone l’impegno e i meriti sportivi, così da consentirle di competere a livello internazionale. Katalina è una giovane marocchina di sedici anni ed è una delle più grandi speranze della boxe nazionale. Allieva della celebre scuola pugilistica vesuviana fondata nel lontano 1964 dal leggendario maestro Lucio Zurlo (da cui provengono talenti del calibro di Irma Testa), recentemente Katalina si è confermata per la terza volta consecutiva campionessa italiana nella sua categoria (2021, 2022 e 2023). Tuttavia, nonostante il successo sportivo, la giovane è rammaricata, dal momento che non può competere a livello internazionale perché non essendo cittadina italiana, non può rappresentare il nostro Paese all’estero. Lo sport ha il potere di unire le persone e di superare le barriere linguistiche e culturali concedere la cittadinanza italiana a questi atleti può rappresentare un modo per promuovere l’integrazione sociale e culturale degli stranieri in Italia e per portare ulteriore gloria al nostro Paese nel mondo sportivo. Inoltre, la concessione della cittadinanza italiana agli atleti stranieri che hanno raggiunto risultati di spicco nel loro sport, può comportare numerosi vantaggi per il Paese: in termini di visibilità, di esempio di integrazione e come incentivo per gli atleti a restare in Italia e a continuare a rappresentare l’Italia a livello internazionale.
Sport: Marocchina la nuova Irma Testa, 3 titoli ma niente azzurro
- Articolo pubblicato:3 Maggio 2023
- Categoria dell'articolo:Torre Annunziata