Ospedali sovraccarichi, medici in fuga e soccorsi in ritardo. In Campania, soprattutto nell’area vesuviana, la sanità è al collasso. Ho chiesto più volte interventi mirati al Governo, ma ad oggi lo scenario resta drammatico. Meno ospedali, meno salute e più armi. Si può sintetizzare così l’azione del governo Meloni mentre le regioni lamentano l’assenza di 4 miliardi. Ai cittadini chiedono di pagare assicurazioni sanitarie e sanità privata, in una sistematicamente cancellazione dei diritti.
Ad aggravare la situazione nell’area vesuviana la mancata riapertura del Pronto Soccorso di Boscotrecase, convertito in Covid-Hospital allo scoppio della pandemia. Circa 1 milione di cittadini residenti e 300 mila abitanti che da oltre un anno non vedono la possibilità di avere il ripristino del pronto soccorso. È passato un anno infatti dalla nostra denuncia ed oggi mi sento dire che ci vorranno ulteriori 4 mesi. È forse arrivato il momento di mettere in discussione alcuni punti dell’intero sistema nazionale visto che un pronto soccorso, riservato alle urgenze e alle emergenze non funziona.
Il presidio ospedaliero è stato interamente ristrutturato, ma ad impedire la riapertura è la carenza di personale. A livello nazionale, in particolare in Campania, si registra una fuga dei medici dal Pronto Soccorso. Questo dato è la conseguenza di continue aggressioni e turni massacranti, all’ordine del giorno nei presidi campani. Intanto, proseguono le mobilitazioni. Ho più volte organizzato sit-in di protesta all’esterno del presidio boschese. In merito alla riapertura non c’è ancora una data precisa, ci vorranno altri quattro mesi per la riattivazione del Pronto Soccorso. Per sopperire al problema e procedere alla riconversione sono stati indetti concorsi per assumere nuovi rinforzi, ma in pochi partecipano. Intanto la sanità è al collasso e all’orizzonte solo scenari incerti e poco rassicuranti.