Abbiamo presentato una mozione al Senato per impegnare il Governo a istituire un salario minimo legale di 9 euro lordi l’ora, in linea con i parametri di adeguatezza indicati dalla Commissione europea nella direttiva approvata ad inizio ottobre. L’Italia è l’unico Paese europeo in cui, fra il 1990 e il 2020, i salari hanno subito una contrazione (-2,9%). Per tale motivo, occorre intervenire quanto prima per evitare che vi siano ancora contratti collettivi che prevedano minimi retributivi tali da non garantire alle lavoratrici e ai lavoratori un’esistenza libera e dignitosa, come dice l’art. 36 della nostra Costituzione. Con la mozione, inoltre, impegniamo il Governo a valorizzare i contratti collettivi “leader”, ossia quelli siglati dai soggetti comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale così da mettere fuorigioco i “contatti pirata”, a definire specifici criteri volti a “pesare” il grado di rappresentatività sia delle organizzazioni sindacali che datoriali e a sancire il principio secondo cui le parti sociali sono abilitate a stabilire il trattamento minimo complessivo e il trattamento economico minimo. Come dimostrato da illustri economisti, la misura più idonea a contrastare il fenomeno della povertà lavorativa è la fissazione per legge dei minimi salariali. Auspichiamo pertanto che sul testo vi sia la convergenza di tutte le forze politiche, sia di maggioranza sia di opposizione. Il nostro è uno dei pochi Stati europei a non avere un salario minimo fissato per legge: è giunto il momento di colmare questo vuoto.
Barbara Floridia: capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato
Barbara Guidolin (capogruppo), Elisa Pirro e Orfeo Mazzella: senatori della commissione Lavoro