Oggi mi sono ritrovato insieme ai cittadini del comitato per l’apertura del DEA (Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione) di I Livello dell’ospedale di Boscotrecase. Dico “ri-trovato” perché di questo gruppo ho fatto parte come attivista e come cittadino torrese e ancora mi unisce a questi amici la volontà di combattere per vedersi garantito il diritto alle cure di Pronto Soccorso, da troppo tempo negato in città come Torre Annunziata, Trecase, Boscoreale e Boscotrecase.
Ascoltare la voce dei comitati civici è fondamentale per orientare l’agenda di governo della Sanità Pubblica. L’emergenza di questo territorio a Sud del Vesuvio si replica purtroppo in tante aree del Paese. Anche in questo caso non si può prescindere da una visione di sistema che permetta di mettere a fuoco le criticità di un sistema sanitario “pubblico”, l’unico in grado di garantire il diritto alla salute di tutti, dal Nord al Sud.
In Italia il 50% dei contratti di specializzazione per l’emergenza e l’urgenza non è stato assegnato. Se i giovani medici non scelgono più questo tipo di specializzazione è perché non ritengono conveniente puntare su un segmento della professione medica su cui grava un’enorme mole di lavoro e di responsabilità, anche penali, a fronte di una retribuzione inadeguata e della pesante congestione dei reparti, che moltiplica i rischi di burn out per i medici e non offre l’opportuna assistenza ai pazienti. A questo si aggiunge la mancata integrazione con una rete di medicina territoriale, carente e distribuita in maniera disomogenea.
La mancanza di una visione di sistema si manifesta anche in una scarsa attitudine, quando non nella totale assenza di una programmazione, resa ancora più approssimativa dalla regionalizzazione del sistema sanitario, che in questo modo è troppo permeabile alle logiche di spartizione politica.
Ma si può giocare così con la vita umana? Si può dimenticare che garantire la salute vuol dire creare quella sicurezza del territorio che è premessa fondamentale dello sviluppo?
È ora di inaugurare in Parlamento una nuova fase di confronto in cui tutte le forze politiche lavorino per dare soluzioni concrete ai bisogni reali dei cittadini in un ascolto reciproco e superando divisioni strumentali sui grandi temi della salute.
All’assemblea di oggi a Torre Annunziata, a cui ho partecipato spontaneamente dopo averne letto notizia sui social, avrei avuto piacere di incontrare altri esponenti politici nazionali per sostenere insieme questa battaglia e trarne spunto per il nostro lavoro parlamentare.
È questa la strada che tutti insieme, politici e cittadini, al di là dei feudi del consenso elettorale, dobbiamo percorrere per ricostruire quel circolo virtuoso di fiducia tra istituzioni e cittadinanza ferito dalla lacerazione dei diritti negati.